Un tirocinio itinerante per scoprire buone pratiche educative: l’esperienza di Emma

Il comitato scientifico di REYN Italia ha selezionato una giovane educatrice rom (scegliendo all’interno del gruppo informale Primavera Romanì), per darle l’opportunità di acquisire una conoscenza approfondita e alcune abilità specifiche nell’ambito dello sviluppo della prima infanzia attraverso esperienze sul campo.
L’attivista ha partecipato a un tirocinio itinerante, ospitata da tre ONG differenti e prendendo parte alle attività organizzate sul luogo. La tirocinante ha ricevuto il supporto di un supervisore locale che è stato messo di volta in volta a disposizione dalle organizzazioni ospitanti.
Da questa esperienza sono nati tre diari, scritti da Emma – l’attivista e educatrice selezionata – di cui oggi vi proponiamo il primo racconto: il tirocinio presso l’Associazione Articolo 34 di Pisa.

È la prima settimana di tirocinio e sono un po’ emozionata! Non sono mai stata a Pisa e sono felice di poter vedere una nuova città oltre che una nuova realtà sociale.
L’organizzazione che mi accoglie è l’Associazione “Articolo 34”, realtà che si impegna a promuovere il diritto allo studio dei minori rom, dato che in Italia sono loro che – vivendo un grave disagio economico e sociale – evadono la scuola con più facilità e non arrivano quasi mai ad accedere a percorsi universitari.

I soci dell’organizzazione e i ragazzi che ne fanno parte mi accolgono con molto calore e mi raccontano come l’Associazione è nata da singole esperienze di affiancamento e sostegno di minori rom e come poi si è scelto di fondare un’associazione e di creare azioni mirate.
L’aspetto che ho trovato innovativo è l’approccio mirato alla singola persona, al singolo ragazzo e alle sue esigenze di studio e familiari.
L’associazione infatti accompagna e sostiene le famiglie interessate a comprendere e risolvere le difficoltà che incontrano, al fine di garantire il diritto allo studio dei loro figli e di favorirne il percorso scolastico. Questo supporto va dal contribuire a rimuovere gli ostacoli economici e logistici alla frequenza scolastica dei ragazzi, ad un lavoro di mediazione tra la famiglia e le istituzioni, fino al sostegno all’accesso dei nuclei a servizi pubblici a cui hanno diritto (scuolabus, mense, sostegno scolastico, contributi individuali).

L’attività dell’associazione prevede anche forme di affido familiare, concordato con la famiglia di appartenenza, per periodi più o meno lunghi, per fornire al minore uno spazio idoneo di studio e un supporto extrascolastico intensivo.

Questa attività è nata con l’esperienza positiva avuta da Clelia, presidente dell’Associazione, che ha ospitato in affido Sultan, un ragazzo rom che oggi frequenta con successo l’Università.
Lui stesso mi ha raccontato di quanto nonostante la sua buona volontà non riuscisse a concentrarsi all’interno del campo per via del troppo rumore.
L’esperienza positiva di Sultan e della sua famiglia in questo percorso ha invogliato anche altri ragazzi e altre famiglie ad intraprendere una strada simile.

Ho trovato davvero molto interessante come il lavoro congiunto della famiglia di appartenenza e di quella affidataria abbia dato ottimi risultati e penso che sarebbe davvero bello se anche in altre città si potessero trovare famiglie disponibili e motivate ad accogliere e essere accolte per garantire il diritto allo studio dei bambini.
L’associazione inoltre organizza e gestisce, grazie ad alcuni insegnanti che prestano volontariamente il loro servizio, un doposcuola mirato a garantire uno spazio di sostegno e studio individuale di qualità.

Questo lavoro con la scuola e nella scuola mi è sembrato molto importante perché porta anche gli insegnanti a ripensare il loro modo di approcciarsi ai ragazzi più svantaggiati.

Di questa esperienza umana e professionale mi porterò dietro il calore delle persone che ho incontrato anche al campo di Pisa, che mi hanno accolta e si sono raccontate, e il lavoro dell’associazione che anche se piccola, riesce ad allearsi e a lavorare insieme alle famiglie ed alla scuola per il futuro dei piccoli che è poi il futuro di tutti quanti noi.

Emma

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